On-line il Carnevale Della Matematica #69 la prima edizione del 2014, con lintrigante tema Macchine Matematiche antiche e moderne. Tantissimi i contributi, tra questi due miei articoli pubblicati negli scorsi giorni sul mio blog:

On-line il Carnevale Della Matematica #69 la prima edizione del 2014, con lintrigante tema Macchine Matematiche antiche e moderne. Tantissimi i contributi, tra questi due miei articoli pubblicati negli scorsi giorni sul mio blog:

Qualche tempo fa vi avevo parlato della PirateBox un progetto interessantissimo per la condivisione di contenuti didattici in biblioteca e non solo. Da quell’articolo, grazie a quanto già realizzato dall’amico Roberto Marcolin ne ho realizzato un progetto che ho sviluppato insieme all’amico e collega Pier Giuseppe Barbonaglia che nella mia scuola si occupa della gestione della Biblioteca Scolastica.
La PirateBox è diventata la BiblioBox 🙂 ed è funzionante da qualche giorno nella mia scuola. Grande successo tra gli allievi con cui si condividono: riviste tecniche, appunti di studio e tutto ciò che può servire per la didattica e non solo, come ad esempio: musica, letteratura, tutorial informatici (programmazione e hardware) e molto altro, tutto obbligatoriamente open source, legalmente distribuibile.
Un altro modo per far nascere curiosità ed interesse da parte degli allievi.
Secondo le necessità la BiblioBox può cambiare area di azione ed essere allocata in un aula, oppure in un laboratorio o ancora, se serve in lughi diversi dalla scuola.
Questa la breve presentazione del progetto:
La BiblioBox è un dispositivo portatile per la condivisione di contenuti digitali via WiFi all’interno di una rete locale senza bisogno di connessione ad internet. La BiblioBox permette di condividere opere di pubblico dominio, ma anche contenuti distribuiti con licenze Creative Commons o altre licenze aperte, in maniera libera in diversi contesti differenti come ad esempio: biblioteca, lezioni, conferenze, manifestazioni.
Può trovare posto nella borsa del Prof. in modo che gli studenti, mediante i loro dispositivi mobili possano accedere a dispense, presentazioni e tutto ciò che serve per svolgere la lezione:

Esempio di contesti applicativi:
Il progetto tutela la privacy degli utenti: nessun dato viene raccolto quando l’utente si connette.
Ma quali sono gli obiettivi?
Ma quali sono le differenze con una rete WiFi scolastica?
In occasione delle prossima finali della Zero Robotics 2013, nella giornata di domani 10/01/2014, alle ore 16, presso il mio istituto, l’IIS Galilei Ferrari di Torino, parteciperò all’incontro tra le scuole della rete robotica e il il Sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi.
Nell’incontro, come annunciato oggi su La Stampa:
… si parlerà di un ITS dedicato alla Robotica, un Istituto Tecnico Superiore per il quale nel nostro territorio esistono le condizioni legate alla presenza delle scuole della Rete dotate di ottimi laboratori, e di aziende del settore leader nel mondo.
… sperimentazione di un modello “duale” alla tedesca di alternanza scuola-lavoro fin dal primo anno di superiori. E, ancora, dell’obiettivo di certificare le competenze tecnologiche: quanto dà valore al diploma per il mondo del lavoro…
Spero che queste azioni, fatte con grande sforzo da molti colleghi del mio territorio, portino non solo alla nascita di un nuovo tipo di ITS, ma un modo diverso di intendere l’istruzione tecnica, in cui l’attività di ricerca e sperimentazione in laboratorio sia veramente centrale (in ore didattiche), ma per far ciò deve esserci un vero investimento sia in formazione dei docenti che in strutture.
Vedremo cosa accadrà.
4 settimane per imparare a programmare
Dopo aver pubblicato il post: Insegnare ai bambini a programmare mi sono giunte numerose mail di apprezzamento da colleghi e studenti, ringrazio di cuore tutti.
Alcuni lettori, non programmatori, mi hanno chiesto come impostare un percorso graduale di apprendimento di informatica. Organizzare il proprio apprendimento avendo a disposizione numerosissimi strumenti web per imparare non è cosa semplice, è necessario discriminare, riformulare le nostre attività lavorative ed impegni familiari. Io da sempre preferisco l’azione “una goccia al giorno” mi permette costantemente di allenarmi su uno specifico argomento e non dimenticare, brevi ed intensi momenti di apprendimento. Ovviamente agendo in questo modo i risultati li avrò in tempi più lunghi, ma le riflessioni periodiche, mi permettono di analizzare in profondità i problemi. Non sempre però questa attività può essere fatta, ma sempre sarà possibile scomporre e semplificare.
Recentemente ho consigliato ad alcuni studenti che ho conosciuto a Verona nell’ambito del salone Job&Orienta, codeyear, come attività di approfondimento graduale di durata 4 settimane per imparare a realizzare un sito web o un gioco, è sufficiente compilare un form in cui vi verrà chiesto il vostro nome, cosa desiderate apprendere, specificare in che giorno della settimana fare la lezione interattiva e la vostra mail.
Un modo alternativo e divertente per sperimentare nuove strade di apprendimento.

Questo il mio contributo al 69° Carnevale della Matematica: “Macchine matematiche antiche e moderne“, poiché la mia “macchina matematica” preferita è il computer allora parlerò di come secondo me bisognerebbe insegnare a programmare questa macchina fin da piccoli, in modo che si possa da grandi imparare a programmare “macchine matematiche” più complesse 🙂
Perché io che insegno in una scuola superiore dovrei parlare del modo con cui insegnare informatica nella primaria?
In primo luogo perché lo scambio di competenze è un’aiuto per la propria crescita personale, in secondo luogo perché vorrei tentare di dare un piccolo contribito alla risoluzione di un grande problema, soluzione che si ottiene modificando l’insegnamento dell’informatica fin dalla scuola primaria.
Noto spesso la difficoltà con cui gli studenti affrontano la programmazione della loro azione di apprendimento, ciò capita perché in generale non si insegna a farlo. Si da per scontato che uno studente da solo impari la tecnica di studio, impari a memorizzare, impari a dare sequenza alle proprie azioni di studio, si dimentica però che queste azioni, informatiche, sono da insegnare, non nascono naturalmente. Ecco perché lo studente, ma soprattutto l’insegnante, dovrebbe aggiungere alla propria azione didattica il modulo: “impara a pensare” che in altro modo può essere tradotto come:
“impara ad ordinare i tuoi pensieri”
“impara a risolvere i problemi”
o ancora meglio:
“impara a programmare”,
in questo modo lo studente avrà la competenza nel formalizzare logicamente qualsiasi tipo di progetto.
Ma quando iniziare questa azione?
Subito! Dalle scuole elementari, la dispersione è da prevenire!
Tanto prima gli insegnati, di ogni disciplina, impareranno come fare informatica meglio sarà per i nostri studenti.