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Aspettando Raspberry Pi


Anche io nell’attesa che mi giunga il Raspberry Pi.

Avevo segnalato questa fantastica scheda, poco più grande di una carta di credito, qualche mese fa tra i miei tweet e come probabilmente avrete letto on-line il primo quantitativo (mese di febbraio) di schede è stato in pochissimo tempo venduto, la distribuzione in Europa va a rilento, ma nelle prossime settimane tutto dovrebbe tornare nella regolarità.

Moltissime le idee che ho incominciato a sviluppare per la didattica, ho dei progetti in atto con alcune scuole elementari e medie e se vi sarà disponibilità economica incominceremo a far si che l’informatica possa essere alla portata di tutti. In questi giorni sto sperimentando l’installazione in emulato del sistema operativo per prendere familiarità con il sistema e ne sto studiando le possibilità di programmazione. I campi di applicazione sono tantissimi ed ovviamente ciò che mi interessa di più è lo sviluppo in campo elettronico. Nei miei sogni la possibilità di avere l’IDE di Arduino su Raspberry Pi, cosa attualmente non possibile viste le limitazioni di memoria e di architettura di Raspberry Pi, inoltre credo che l’impegno del team Arduino sia focalizzato su altri progetti, ma la comunità è vasta… vedremo cosa riserva il futuro.
Non mi dilungherò sulle caratteristiche di Raspberry Pi, trovate tutto sul sito di riferimento e sul wiki.
Se riuscirò vi darò dettaglie sulle mie sperimentazioni.

Qualche video di approfondimento.

Da RS un’intervista sulle potenzialità in campo didattico.

Scratch su Raspberry Pi

Studenti che sviluppano giochi su Raspberry Pi

E in America i ragazzi di Adafruit sono occupati nello sviluppare schede aggiuntive da interfacciare a Raspberry Pi… un futuro incredibile!

Perché scegliere Arduino?

Mi è appena giuna una mail che ritengo interessante e rendo noto in quanto risponde, almeno spero, ad uno dei quesiti che spesso mi vengono posti: perché utilizzare Arduino e non altre piattaforme?

Questa la mia risposta:

On 14/mar/2012, at 18:42, Giacomo wrote:

Buonasera prof mi permetto di rubarle qualche minuto.
Sono un tecnico elettronico con mansioni di tester engineer presso una nota ditta emiliana.
Mi rivolgo a lei poiché la considero di grande professionalità e competenza nonché un professore che tutti gli appassionati come me avrebbero voluto avere .
Vengo al dunque. Vorrei avvicinarmi al magico mondo dei microprocessori e ho acquistato Arduino Uno.
Ora però le chiedo se secondo lei è un buon punto di partenza o se sarebbe meglio partire da starter kit tipo National o Dsp dove le cose non sono così semplificate come Arduino. In sostanza vale la pena di spendere energie Su Arduino con un linguaggio semplificato oppure offrirebbe più sbocchi imparare altri metodi professionali ?

Grazie

Distinti saluti

Mia risposta:

Salve Giacomo.

Grazie a te per avermi contattato.

La tua è una domanda molto interessante e devo dirti che è stato un dubbio che ho avuto quando incominciai ad utilizzare Arduino a scuola.
Ma perché ho scelto Arduino e non altre piattaforme?

La semplicità di Arduino lo rende ottimo come scheda di prototipazione, mi consente agevolmente di insegnare un linguaggio di programmazione e nello stesso tempo di introdurre concetti di base di elettronica realizzando immediatamente dispositivi che provocano soddisfazione nell’allievo, “faccio una cosa che serve” inoltre la disponibilità di moltissima documentazione e la sua grande diffusione mi permette di soddisfare le curiosità didattiche di gran parte dei miei allievi, creando, da parte loro, voglia di sperimentazione e ricerca, che per un docente credo sia la soddisfazione massima.

Tieni in conto che io utilizzo Arduino anche come stimolo motivazionale in quanto mediamente gli allievi con cui lavoro hanno lacune logiche matematiche anche gravi, ho quindi necessità di suscitare curiosità, farli appassionare e quindi dare un senso alla teoria e far capire che la matematica serve… quindi Arduino per imparare ad imparare.

Inoltre curva di apprendimento non ripida, posso impostare lezioni “ad oggetti” (nel senso fisico) che mi permettono di strutturare esperienze di laboratorio sempre più elaborate (unione di shield, shield ed elettronica esterna, ecc…)

E fino a questo punto solo motivi didattici.

Esiste poi la componente “costi” che non è da sottovalutare di questi tempi (soprattutto a scuola) poche centinaia di Euro per strutturare un corso che nel mio caso si sviluppa al 4′ e 5′ anno.

Ora per giungere alla tua domanda, dipende qual è il fine:

voglio incominciare ad imparare qualcosa sui microcontrollori?
devo andare in produzione con un prodotto?

Certo è che National, Texas offrono soluzioni molto più potenti, ma ritengo che la curva di apprendimento sia ben più ripida.
Il mio scopo è quello di dare una direzione con uno strumento che ritengo didatticamente valido e che mi permette di impostare una “forma mentale” o se vuoi “un modo di progettare” che ben si adatta allo sviluppo su altre piattaforme.

Se imparo e faccio cose complesse con Arduino sarò ben predisposto poi a fare anche con altre piattaforme.

In generale io prediligo sempre un approccio semplice, perché come docente mi devo porre nella condizione peggiore di chi non sa nulla, o che ha carenze anche in altre discipline e un mattoncino alla volta devo costruire i saperi, Arduino mi permette tutto ciò.

Questo non vuol dire che Arduino sia una scelta “sempliciotta” vuol dire solo che è un buon modo, anche per chi già sa di elettronica, di incominciare un percorso di apprendimento.

Ciò non toglie che tu possa progettare anche per andare in produzione con prodotti commerciali, costi bassi e velocità di implementazione, esistono moltissimi esempi, dalla domotica, al controllo remoto.

Quindi il mio consiglio è incomincia pure con Arduino, sperimenta studiane le possibilità e i limiti, tutto ciò potrà esserti utile per fare scelte, anche lavorative, adattabili alle diverse esigenze, sicuramente il tempo impiegato per studiarne la programmazione e l’elettronica non sarà tempo perso.

Un caro saluto.

“accendere” la lampadina del pensiero educativo

Se come me anche voi avete difficoltà nel star dietro a tutti i video che possono servire per migliorare la didattica che facciamo ogni giorno allora benvenuti nel fantastico mondo del caos informativo della rete 🙂
Ho cercato in questa breve festa del 1 novembre di selezionare i video che dovrebbero a mio avviso essere visti per “accendere” la lampadina del pensiero educativo, probabilmente la mia lampadina è fulminata 🙂 ma ho cercato qualcosa che potesse dar spunto per riflettere sulle attività e l’organizzazione del “mio fare scuola“.
Ma che bello sarebbe poter usare questi filmati durante un collegio docenti, in modo che momenti “burocratici” che si riducono alcune volte a semplici alzate di mano, possano diventare anche brevi momenti di formazione…
si lo so è fantascuola

Ma in ogni caso la cosa più importante è condividere…
Buona visione.

Robotica 2009: Il mio amico robot – La robotica nella didattica – il laboratorio roomba

robotica2009
Domani pomeriggio alle ore 14, sarò relatore a ROBOTICA 2009 per il convegno “Il mio amico robot
Il mio intervento e del collega Marvaso riguarderà:
“La robotica nella didattica – il laboratorio roomba”

L’intervento porrà l’accento sulle valenza didattica dell’insegnamento della robotica e mostrerà i risultati raggiunti in 9 mesi di sperimentazione con gli allievi dell’istituto professionale; in questo periodo di sperimentazione abbiamo verificato che la robotica non è stata importante soltanto per imparare a costruire od usare i robot, ma anche per avvicinarsi alla programmazione e alla sperimentazione, riteniamo dai risultati ottenuti che la robotica sia un ottimo strumento didattico per sviluppare negli alunni capacità logiche, di analisi, sintesi e di progettazione.

Il convegno:

UN CONVEGNO PER FARE IL PUNTO SULLA ROBOTICA UMANOIDE
A che punto siamo? Dove stiamo andando? È tutto giusto quello che stiamo facendo? Queste e altre le domande cui cercheranno di dare risposta scienziati e ricercatori che interverranno al convegno “Il mio amico robot”, promosso da SIRI-Associazione Italiana di Robotica e in programma giovedì 26 novembre alle ore 14 nella Sala Sagittarius del Centro Servizi di Fiera Milano Rho. Chairman del simposio sarà Rezia Molfino, presidente del SIRI, che curerà anche l’intervento introduttivo. Gli altri relatori (e i titoli degli interventi), sono Francesco Nori dell’IIT (“Embodiment, neurofisiologia e robotica umanoide”), Anna Menciassi della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa (“I robot in medicina: degli amici in sala operatoria”), Nicola Tomatis, direttore di BlueBotics (“Robotica di servizio: dalle previsioni al mercato”), Renato Zaccaria dell’Università di Genova (“Un robot umano non umanoide”), Arturo Baroncelli di Comau (“Robot industriali ed umanoidi: uno schema di riferimento e possibili scenari”), ed Enzo Marvaso e Michele Maffucci dell’Ipsia Galileo Galilei di Torino (“La robotica nella didattica. Il laboratorio Roomba”, in collaborazione con iRobot e Nital).

Programma dettagliato della conferenza.

A Robotica 2009 saranno in mostra:

prodotti al servizio dell’uomo e della qualità della vita
i robot cosiddetti “non-manufacturing”, o service robot, che si prestano a diversi impieghi, da quelli per il tempo libero e l’entertainment all’uso “educativo”, dalle applicazioni domestiche a quelle nel settore medico e nelle situazioni di pericolo.

robotica a scuola / a scuola di robotica

Grandissimo successo del convegno, che mi ha visto tra i relatori, svoltosi il 12 febbraio presso l’IPIA Galilei.

Il mio grazie va a tutti coloro che hanno partecipato.

Un ringraziamento particolare va a:

Giovanna Pentenero
Assessore all’istruzione e alla Formazione Professionale della Regione Piemonte

Umberto D’Ottavio
Assessore alla Formazione e all‘Istruzione della Provincia di Torino

USR del Piemonte
rappresentato dall’Ispettore Alessandro Militerno

E a tutti i Presidi che hanno dimostrato, anche con i loro interventi, il fortissimo interesse per la robotica applicata alla didattica.

Ormai sono pienamente coinvolto nell’iniziativa della RoboCup JR che mi vedrà impegnato con gli studenti delle mie classi per i prossimi tre mesi.
Grandissima voglia di fare da parte dei miei studenti era da tempo che non vedevo ragazzi così motivati, pare che non spaventi la programmazione e il poco tempo (a maggio le gare nazionali)… vedremo.
Negli ultimi giorni si sono intensificate le iscrizioni alle gare e molte sono state le richieste di scuole per entrare a far parte della rete.
Il convegno del 12 febbraio scorso ha suscitato grandissimo interesse, moltissimo da costruire (non solo i robot) ma una nuova didattica basata sul “fare”.

Dalla mio intervento del 12 febbraio:

…E’ noto a tutti che i dati OCSE-PISA affermano che i nostri allievi hanno forti carenze matematiche/logiche e questa situazione impone una riflessione.
Il mio compito, prima che insegnare è trovare una metodologia adatta per far fronte al deficit formativo degli allievi. Il reale e il concreto che abbiamo sperimentato durante le esperienze di robotica affascina e attrae perché rientra nella possibilità di rendere immediatamente spendibile le aquisizioni teoriche e trasforma l’aula, piena di parole in laboratori, luogo di sperimentazione luogo del fare…
Gli studenti apprendono più facilmente e rapidamente se hanno a che fare “col concreto”.
Sarebbe ben diverso se si trovassero ad operare con gli astrattismi matematici e lavagnate di formule, non perché le formule non siano importanti ma queste devono nascere come naturale conseguenza della sperimentazione…
E’ necessario allora che l’alunno sappia che costruendo il suo prototipo in realtà sta facendo matematica, fisica, elettronica, elettrotecnica, meccanica e basta che di ciò l’insegnante ne sia consapevole in modo tale che al momento giusto dovrà e saprà evidenziare lo specifico della disciplina nascosta dentro l’attività che sta nel costruire…

Tutto ciò impone un grandissimo sforzo, fortunatamente esiste una rete di scuole, che parteciperà alla nascita di un nuovo modo di trasmettere conoscenza.