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Quick References per lo studio – Preparare un’esposizione orale

Una buona esposizione orale nasce prima di parlare: dalla struttura chiara, da esempi concreti, da transizioni semplici e da un tempo rispettato. L’obiettivo non è “dire tutto”, ma guidare l’ascoltatore: dichiarare dove stai andando, mostrare perché fidarsi (dati, definizioni, ragionamenti) e chiudere con ciò che vuoi che resti.

Per questo conviene usare una struttura guida: apertura breve che aggancia e definisce il perché (tesi/obiettivo), tre idee chiave sviluppate con esempi/definizioni/prove, una chiusura che sintetizza e collega a un’azione o domanda finale. Se c’è tempo per le domande, preparane alcune probabili e risposte essenziali.

Prima di esporre:

  • Scrivi un outline (schema) e non un copione; usa cue card (scheda promemoria) con parole-chiave.
  • Prova con un timer (2–3 volte), segna dove inciampi e accorcia.
  • Prepara definizioni precise, un esempio numerico (se serve), una figura/schema semplice.
  • Organizzi transizioni (“Ora passiamo a…”, “Questo ci porta a…”).

Durante:

  • Parla chiaro e piano; frasi brevi; verbi attivi.
  • Guarda l’aula o i docenti (dipende dal contesto), pausa dopo concetti importanti.
  • Se usi slide, ricordati: 1 idea per slide, titoli informativi, caratteri leggibili.

Errori tipici da evitare:

  • Riassumere il libro senza una tesi o un perché.
  • Correre sul tempo o superarlo (allenati con timer).
  • Esempi vaghi, definizioni imprecise, transizioni assenti.
  • Leggere tutto a voce o riempire le slide di testo.

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title: "Esposizione orale – "
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versione: "1.0"
ultimo_aggiornamento: ""
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## 0) Obiettivo & messaggio centrale
- Obiettivo: 
- Messaggio centrale (tesi): 

## 1) Apertura (30–45″)
- Gancio iniziale (domanda/curiosità/dato breve):
- Contesto in 1–2 frasi:
- Tesi/Obiettivo dichiarati:

## 2) Idea chiave #1 (≈ 1–2 min)
- Sottotitolo informativo:
- Definizione/dato essenziale:
- Esempio (concreto, breve; numerico se utile):
- Transizione verso l’idea #2:

## 3) Idea chiave #2 (≈ 1–2 min)
- Sottotitolo informativo:
- Evidenza (esperimento/argomento/immagine):
- Esempio / controesempio:
- Transizione verso l’idea #3:

## 4) Idea chiave #3 (≈ 1–2 min)
- Sottotitolo informativo:
- Collegamento con #1/#2 (perché ha senso insieme):
- Applicazione pratica / implicazione:
- Transizione verso chiusura:

## 5) Chiusura (15–30″)
- Riepilogo in 1 frase (torna alla tesi):
- Messaggio finale / domanda guida:
- (se richiesto) Call to action / cosa fare dopo:

## 6) Q&A — domande probabili (prepara risposte brevi)
- D1:
- D2:
- D3:

## 7) Supporti (facoltativi)
- Slide/immagine/schema n. 1: 
- Oggetto/esperimento: 
- Link/QR a risorse: 

## 8) Prova con timer (log)
- Prova #1:  — note:
- Prova #2:  — tagli/aggiunte:
- Prova #3:  — ok per esposizione

## 9) Checklist rapida
- [ ] Messaggio centrale chiaro
- [ ] 3 idee chiave ben separate
- [ ] Esempi concreti e comprensibili
- [ ] Transizioni pronte
- [ ] Tempo rispettato
- [ ] Linguaggio semplice e preciso

Esempio 01: “Diagrammi di flusso nella vita reale: decidere come andare a scuola” (3–5 minuti)

NOTA: i tempi indicati sono solo di esempio.

Obiettivo & messaggio centrale

  • Obiettivo: far capire come i diagrammi di flusso aiutano a prendere decisioni chiare e a prevedere i casi.
  • Tesi: “Un buon diagramma di flusso rende visibile la decisione e riduce gli errori nei casi particolari.”

Apertura (30–45″)

  • Gancio: “Quante volte arrivate in ritardo perché non sapevate se prendere bici o bus?”
  • Contesto: decisione quotidiana con variabili (tempo, meteo, orari).
  • Tesi: “Il diagramma di flusso traduce il problema in domande sì/no e azioni.”

Idea 01 – Simboli base e logica sì/no

  • Definizioni: Start/Stop (ellissi), Azione (rettangolo), Decisione (rombo), Connettori.
  • Esempio: blocco “Leggi orario e tempo residuo” -> decisione “Tempo ≥ 25′?”.
  • Transizione: “Capito il linguaggio, lo applichiamo al nostro problema.”

Idea 02 – Esempio concreto

  • Input: orario attuale, tempo residuo, meteo (piove sì/no), bici disponibile, orario bus.
    Flusso:

    • Se tempo < 25′ > controlla bus in arrivo ≤ 10′. Se sì -> BUS. Se no -> chiama passaggio/avvisa.
    • Se tempo ≥ 25′ -> se piove -> vai a BUS; se non piove -> se bici ok -> BICI, altrimenti A PIEDI.
  • Nota visiva: mostrare una mini-mappa o uno schema (anche disegnato) con 2–3 rombi e azioni.
  • Transizione: “Funziona, ma che succede nei casi speciali?”

Idea 03 – Gestione eccezioni e miglioramenti

  • Eccezione: bus pieno > ramo alternativo (seconda scelta).
  • Miglioramento: soglie personalizzabili (25′ > 20′ se cammini veloce).
  • Collegamento: stesso metodo per “scegliere metodo di studio” (Cornell/Pomodoro).

Chiusura (15–30″)

  • Riepilogo: “Dal problema all’azione, senza buchi logici.”
  • Messaggio finale: “Disegnare il flusso prima di agire fa risparmiare tempo e riduce le decisioni impulsive.”

Q&A previste

  • “Se ho due bus alternativi?” -> Aggiungi un rombo “Bus A entro x min?” -> se no, “Bus B entro y min?”.
  • “E se non ho i dati (orari)?” -> Prevedi un ramo “Recupera info” prima della decisione.

Timer (prove)

  • Prova 1: 6′20″ > taglia spiegazioni di simboli.
  • Prova 2: 4′55″ > ok.

Esempio 02 – “Legge di Ohm: capire la relazione tra V, I e R” (7–10 minuti)

Obiettivo & messaggio centrale

  • Obiettivo: mostrare come la legge di Ohm descrive il legame tra tensione, corrente e resistenza e come usarla per prevedere il comportamento di un circuito semplice.
  • Tesi: “V=R⋅I possiamo stimare e progettare rapidamente circuiti, riconoscendo anche quando il modello non basta.”

Apertura (30–45″)

  • Gancio: “Perché a volte un LED si brucia in un attimo?”
  • Contesto: corrente e resistenza di limitazione.
  • Tesi: “La legge di Ohm è la base per evitare errori e dimensionare componenti.”

Idea 01 – Definizioni e formula

  • Definizioni: tensione (V), corrente (I), resistenza (R) con unità SI.
  • Formula: V=R⋅I, grafico I-V lineare per resistori ideali.
  • Esempio numerico: con 5 V e R=220 Ω -> I=5/220≈0,023 A (23 mA).
  • Transizione: “Applichiamola ad un caso pratico con LED.”

Idea 02 – Caso pratico: LED + resistenza

  • Dati: LED rosso Vf ≈2,0 V; alimentazione 5 V; desidero I≈15 mA.
  • Calcolo resistenza: R=(5−2,0)/0,015≈200 Ω > uso 220 Ω (standard).
  • Mostra schema semplice; suggerisci una figura o foto del cablaggio.
  • Transizione: “La legge funziona, ma quando non basta?”

Idea 03 – Limiti e casi non ideali

  • Lampadine a incandescenza: resistenza varia con temperatura -> non lineari.
  • Cavi lunghi/contatti ossidati: resistenze parassite.
  • Misura reale con multimetro: piccole differenze ammesse.
  • Collegamento: serve anche a dimensionare partitori, sensori e a capire cadute di tensione.

Chiusura (15–30″)

  • Riepilogo: “Ohm = relazione semplice che evita errori grossolani.”
  • Messaggio finale: “Fai sempre il conto prima di collegare: risparmi tempo e componenti.”

Q&A previste

  • “Perché il LED brilla meno con 330 Ω?” -> Corrente più bassa: I=(5−2)/330≈9 mA.
  • “Perché una lampadina non segue I-V lineare?” -> Resistenza dipende dalla temperatura del filamento.

Timer (prove)

  • Prova 1: 10′30″ > ridurre spiegazione casi non ideali.
  • Prova 2: 8′50″ > ok per interrogazione lunga.

Buona interrogazione 🙂

Pensieri semplici – forse togliere lo smartwatch può aiutare

Sono arrivato in quel periodo dell’anno in cui uso togliere lo smartwatch e lo sostituisco in genere con un orologio analogico che mi indica solo data e ora. È un modo per distaccarmi dalla frenesia dell’informazione recapitata in tempo reale, del controllo della quantità di passi o del numero di battiti cardiaci. Necessità di vita slow. Questo atteggiamento è un’abitudine che in genere inizia con l’estate. In questi giorni riflettevo se non è il caso di togliere l’orologio in molte delle mie attività sia di lavoro che di studio o ancora di sport durante altri periodi dell’anno.

Il tempo e la sua gestione è qualcosa di cui discuto spesso con gli studenti: tempo dedicato allo studio, tempo per svolgere un progetto, tempo da dedicare allo sport, il tempo visto per giungere ad un risultato positivo per noi.

Ritengo che il successo di un qualsiasi tipo di allenamento sia esso fisico o mentale non si possa basare sul tempo che si trascorre ad allenarsi, ma piuttosto sul numero di esercitazioni di qualità e ripetizioni effettuate: in pratica, su quanti nuovi collegamenti mentali abbiamo sviluppato nel nostro cervello con l’allenamento.

Tutto ciò potrà sembrare un pensiero semplice ma scriverlo aiuta è ciò che ripeto ai ragazzi: “esplicita su carta l’idea, non vergognarti se qualcuno la riterrà semplice o infantile, la somma di mattoncini semplici di pensiero può far nascere soluzioni interessanti“.

Quindi esplicitiamo.
L’attività che voglio sperimentare su me stesso e successivamente con gli studenti, è quella di non misurare il tempo per svolgere l’attività, ma piuttosto impormi il numero di ripetizioni degli esercizi. Invece di pensare “Praticherò esercizi di apnea per 60 minuti”, dovrò dirmi “voglio eseguire almeno 5 percorsi da 50 metri di apnea in vasca“. Per un tennista potrei dire, invece di pianificare di colpire le palle per un’ora cercando di mantenerla in campo, puntare a realizzare venticinque colpi di alta qualità con la racchetta. Invece di studiare un libro di testo ed impormi di farlo in un’ora, forse è meglio creare delle flashcard e valutare gli sforzi fatti. Quindi forse meglio non farsi prendere dall’ansia del trascorrere del tempo. Per innescare questo atteggiamento di studio forse, come spesso uso dire, potrebbe servire: “praticare il più possibile il minimalismo mentale” ovvero concentrarsi sull’essenziale, anche se solo per pochi minuti e calcolare i progressi in termini di ciò che realmente conta: sforzi e ripetizioni.

Qualcuno potrebbe dirmi: “ma non sei tu che parli della Tecnica del Pomodoro per studiare e lavorare?

Certo che sì, ma la tecnica del pomodoro serve per:

  • comprendere quanto tempo mi necessita per concludere un’attività;
  • per avere percezione di quanto tempo impiego per svolgere un’attività.

L’alternanza di tempi di lavoro e pause imposti del metodo, serve per aumentare la concentrazione, ridurre distrazioni e stanchezza, non nasce solo per avere un timer che ci ricorda quanto tempo stiamo dedicando all’attività. Imparerò a prevedere tempi e sforzi per svolgere uno specifico lavoro, sarà quindi con l’esercizio che capirò, in anticipo, in una fase successiva, quanto tempo serve per svolgere una specifica attività.

Quindi:

  • orologio sì, per imparare a gestire tempi e sforzi e ridurre ansia e stanchezza;
  • orologio no, per imporci di svolgere l’attività entro un certo tempo.

Se poi a qualcuno gli venisse in mente di dirmi: “si però io potrei avere dei vincoli di tempo per svolgere l’attività

Io risponderei che ogni studente ha tempi e modi diversi per apprendere quindi non ha alcun senso imporre l’uso di un orologio per standardizzare la lunghezza delle fasi di studio.

Quindi togliere l’ansia dai tempi della prestazione di studio è necessario per costruire una vera competenza, col tempo si imparerà a prevedere tempi e sforzi.

Come strutturare tutto ciò a scuola… datemi tempo che devo pensarci 😉

P.S. Il post è dedicato ad alcuni docenti un po’ sprovveduti che usano adottare, sia nella valutazione che nella gestione del tempo, un atteggiamento da “ragionieri” nei confronti degli studenti.

Buon Making mentale a tutti 🙂

Tecniche e applicativi per organizzare il lavoro a scuola e ottimizzare la gestione del tempo

Durante la nostra attività lavorativa come insegnanti siamo chiamati a svolgere numerose attività: progettare lezioni, scrivere verbali, valutare, formarci, gestire progetti ma queste sono solo alcune delle decine di attività del docente.

  • Come non soccombere al proprio lavoro?
  • Come è possibile gestire tutti gli incarichi assegnati?
  • Che cosa distingue chi è solo bravo e competente in una disciplina da chi riesce a rendere coinvolgente l’attività didattica?

La risposta a queste domande richiede inevitabilmente formazione, ma per trovare una risposta è fondamentale la propria capacità di saper pianificare e organizzare. In questo corso ci occuperemo del “primo passo da compiere” ovvero suggerire strategie e software che possono essere di aiuto per non soccombere alla grande quantità di compiti bisogna svolgere. Verranno presentati una serie di software per gestire molte delle azioni della vita lavorativa in modo da poter intraprendere un percorso decisionale chiaro e lineare:

  • gestire il tempo lavoro
  • pianificare attività
  • sviluppare progetti
  • realizzare blocchi appunti condivisi
  • scrivere in modalità condivisa
  • gestire gruppi di persone
  • messaggistica categorizzata
  • ottimizzare la realizzazione di presentazioni
  • gestire la propria presenza on-line

Saranno svolti 4 incontri di 2 ore ciascuno per un totale di 8 ore

  • Lunedì 16 dicembre 2019 – dalle ore 17.00 alle 19.00
  • Mercoledì 18 dicembre 2019 – dalle ore 17.00 alle 19.00
  • Giovedì 19 dicembre 2019 – dalle ore 17.00 alle 19.00
  • Venerdì 20 dicembre 2019 – dalle ore 17.00 alle 19.00

Per maggiori informazioni su contenuti e modalità di iscrizione seguire il link allegato sul sito di Tecnica della Scuola.