Dirimere i conflitti con il pensiero computazionale – educazione civica – Definizione del problema – lezione 01

La violenza, dai conflitti globali alla violenza verbale quotidiana, nasce spesso dal non-ascolto e dalla prevaricazione. Nel laboratorio di sistemi elettronici trasformiamo i principi di convivenza civile in processi chiari: condizioni, regole, passi verificabili. Il lavoro in gruppo e la scrittura dell’algoritmo favoriscono la riflessione e il senso di giustizia che nasce dal confronto tra pari, non dall’imposizione. In un’epoca di bombardamento continuo di notizie che rischia di normalizzare la violenza e di farci sentire impotenti, progettare insieme percorsi di dialogo è un dovere civico oltre che un’attività didattica.

Contenuto dell’attività

Obiettivi

  • Distinguere fatti da interpretazioni in un conflitto.
  • Formulare il problema in una frase chiara.
  • Definire regole minime di dialogo e condizioni di sicurezza.

Durata: 60–75 minuti
Materiali: scheda cartacea o digitale (tabella), post-it, pennarelli.

Fasi

  1. Rompighiaccio (5 minuti)
    • Brainstorm: dove incontriamo conflitti (classe, chat, famiglia, social, ambiente)?
    • Raccogli su post-it parole chiave (ascolto, rispetto, tempi, diritti, minoranze).
  2. Fatti vs interpretazioni (15 minuti)
    • Consegna una scheda con due colonne:
      • Colonna A: FATTI (osservabili, verificabili).
      • Colonna B: INTERPRETAZIONI (opinioni, giudizi, attribuzioni di intenzioni).
    • Ogni gruppo (3–4 studenti) compila la tabella su un caso realistico proposto da te.
  3. Regole minime del confronto (10 minuti)
      • Stabilire 4 regole operative: niente insulti, parlo di me non accuso te, no interruzioni, tempi uguali.
        • Cosa si intende per: “parlo di me non accuso te”
          • Esempio 01: “Io mi sento confuso quando parliamo tutti insieme, perché non capisco. Ti chiedo di alzare la mano.”
          • Esempio 02: “Io mi innervosisco quando vengo interrotto, perché perdo l’idea. Ti chiedo di farmi finire.”
      • Decidere la condizione di sicurezza: se non è un buon momento, si prevede un time-out.
  4. Definizione del problema (15 minuti)
    • Ogni gruppo formula 1 “frase problema” chiara e neutra (max 20 parole).
    • Esempio: “Nel gruppo di laboratorio c’è disaccordo sulla divisione dei compiti e sui tempi di consegna”.
  5. Condivisione e feedback (10 minuti)
    • Ogni gruppo legge la frase. Feedback degli altri: è chiara? è neutra? evita accuse?

Lista elementi per la valutazione formativa

  • Chiarezza della frase problema.
  • Distinzione corretta fatti/interpretazioni.
  • Qualità delle regole proposte.
  • Partecipazione e rispetto dei turni.
  • Sintesi finale.

Buon lavoro 🙂

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