Lezione 1 – Corso di Elettronica Creativa con Arduino Sensor Kit

Introduzione

Negli ultimi mesi mi sono occupato, nell’ambito dell’azione PNRR Scuola 4.0, della progettazione delle “next generation classroom” e dei “next generation labs” per l’istituto in cui insegno. L’obiettivo principale di questa azione è stata quella di progettare percorsi didattici con strumenti che potessero arricchire l’apprendimento degli studenti nel campo dell’elettronica e dell’automazione, ma soprattutto prevenire il più possibile la dispersione pensando ad attività che possano appassionare i ragazzi. La mia attenzione si è naturalmente focalizzata sui prodotti Arduino che da sempre utilizzo in quanto consentono di rendere l’elettronica accessibile e stimolante per appassionati di tutte le età.

Ho analizzato diversi kit e tra quelli acquistati è presente l’Arduino Sensor Kit. Questo kit, pensato per essere intuitivo anche per i giovani studenti senza precedenti esperienze in elettronica, si presta perfettamente come elemento “attivatore” di curiosità e desiderio di esplorazione. La scelta di questo prodotto non è casuale: utilizzando il sistema Grove di Seeed Studio, esso facilita enormemente la connessione tra componenti elettronici, permettendo agli studenti di concentrarsi sulla programmazione e sull’interazione con sensori e attuatori senza preoccuparsi della complessità hardware.

La particolarità dell’Arduino Sensor Kit risiede anche nel fatto che ogni modulo è progettato con tutta la componentistica di supporto necessaria, semplificando notevolmente il processo di apprendimento e consentendo di focalizzarsi sui principi di base dell’elettronica e della programmazione. Questo approccio è adatto soprattutto ai neofiti e pone le basi per una comprensione più approfondita nei corsi avanzati che verranno svolti in anni scolastici successivi.

Le lezioni che troverete in queste pagine sono pensate per studenti di ogni età e per quanto mi riguarda saranno la base per i futuri corsi che svolgerò dal prossimo anno scolastico. Per quanto riguarda questo specifico kit, durante gli incontri, sia in presenza che online, arricchirò il materiale didattico già presente sul sito Arduino, con contenuti tecnici e teorici, facendo sviluppare progetti pratici che stimolano la creatività e la comprensione. Questo percorso non solo vi introdurrà ai fondamenti dell’elettronica e dell’automazione ma vi guiderà nella realizzazione di progetti concreti, permettendovi di vedere immediatamente i risultati delle vostre creazioni.

A chi è rivolto questo corso?

A tutti gli studenti della secondaria di primo grado e del primo anno dell’ITIS e a chiunque sia interessato a esplorare il mondo dell’elettronica e dell’automazione partendo da zero. Attraverso questo corso, avrete l’opportunità di imparare, sperimentare e, soprattutto, divertirvi, ponendo le basi per future esplorazioni elettroniche.

Durante queste brevi lezioni entrerò nel dettaglio dei termini tecnici, quindi troverete in più punti note specifiche che daranno dettagli sui termini utilizzati in modo che la guida oltre ad essere uno strumento che vi porta alla scoperta del kit sia anche un manuale di studio.

Benvenuti nel mondo di Arduino e dell’elettronica creativa. Iniziamo questo viaggio insieme 🙂

Cosa Imparerete

Durante il corso, esploreremo insieme i principi base dell’elettronica e della programmazione attraverso l’uso dell’Arduino Sensor Kit. Imparerete a:

  • Leggere dati da vari sensori ambientali per comprendere il mondo intorno a voi.
  • Elaborare informazioni attraverso la programmazione di base con Arduino, trasformando i dati grezzi in informazioni utili.
  • Agire sul mondo esterno, utilizzando attuatori come motori e LED per creare effetti visibili e meccanici.

Analisi della kit

L’Arduino Sensor Kit include dieci moduli con connessione Grove che possono essere utilizzati individualmente o combinati per realizzare i vostri progetti. Tutti i moduli utilizzano un connettore Grove, che può poi essere collegato facilmente ad Arduino UNO R3 o R4 tramite uno Shield, il tutto può essere programmato tramite l’IDE di Arduino.

NOTE

    • IMPORTANTE. I moduli sono montati su una PCB (scheda a circuito stampato – vedete foto allegata), che viene collegata allo Shield di base. È possibile lasciarli in questo modo e non è necessario alcun cablaggio con fili elettrici. Se si decide di provare i moduli individualmente, tenete presente che dovrete staccarli dal PCB principale ed essere cablati mediante fili elettrici e NON potranno più essere reinseriti nella PCB principale.
    • Cos’è uno Shield Arduino. Uno shield Arduino è un modulo progettato per essere sovrapposto direttamente su una scheda Arduino standard, estendendone le funzionalità senza la necessità di un cablaggio esterno complicato. Gli shield sono utilizzati per aggiungere nuove capacità alle schede Arduino, come connettività wireless, controllo di motori, sensoristica avanzata, interfacciamento con display, e molto altro.

Caratteristiche chiave degli shield Arduino includono:

    • Compatibilità di Form (form factor): Gli shield sono progettati per adattarsi perfettamente ai pin di connessione presenti sulle schede Arduino, garantendo una connessione fisica sicura e stabile.
    • Facilità di Uso: Possono essere facilmente montati o rimossi, consentendo agli utenti di aggiungere o modificare funzionalità al loro progetto in modo rapido.
      – Stackabili (imputabili): Molti shield sono progettati per essere impilabili, il che significa che è possibile montarne diversi contemporaneamente, a patto che non ci siano conflitti tra i pin utilizzati dai vari moduli.
    • Librerie Dedicate: Spesso, per facilitare l’utilizzo degli shield, sono disponibili delle librerie software specifiche che permettono di sfruttarne le funzionalità tramite l’IDE di Arduino.

Grazie alla loro facilità d’uso e alla vasta gamma di funzionalità che offrono, gli shield sono particolarmente apprezzati sia dai principianti che dai professionisti del mondo dell’elettronica e del DIY (Do It Yourself – fai da te), permettendo di realizzare progetti complessi senza dover entrare nei dettagli tecnici di ogni singolo componente hardware.

    • Connessione Grove. Una connessione Grove è un tipo di interfaccia standardizzata sviluppata da Seeed Studio, progettata per semplificare il processo di connessione fisica tra diversi componenti elettronici e piattaforme di prototipazione, come Arduino. L’obiettivo principale del sistema Grove è rendere più accessibile l’elettronica a hobbisti e studenti che iniziano lo studio dell’elettronica, minimizzando la necessità di saldature o di comprendere complessi schemi di collegamento.

Apriamo la scatola

Vediamo cosa è incluso nel Breakout Board del Kit Sensori Arduino:

  • Lo Shield di Base
  • 4 moduli digitali: LED, Pulsante, Buzzer e un Sensore di Angolo Rotativo
  • 5 Sensori: Luce, Suono, Barometro, Temperatura & Umidità e Accelerometro
  • 1 Display Oled
  • Materiali didattici

Inoltre, tutti i pin su UNO R3 o R4 rimangono accessibili mediante l’uso di cavi jumper.

NOTE

    • Le breakout board rappresentano uno strumento essenziale nel mondo dell’elettronica e del prototipaggio. Sono schede che incorporano uno specifico componente elettronico, il quale è già saldato sulla scheda stessa. Questo permette agli appassionati e ai professionisti di lavorare con componenti altrimenti difficili da maneggiare a causa delle piccole dimensioni o della complessità dei pin. Le breakout board rendono i collegamenti estremamente accessibili, portando le connessioni del componente all’esterno su terminali facilmente gestibili. Tipicamente, queste connessioni terminano su piazzole con un passo standard di 2,54 mm, lo standard per molte breadboard e dispositivi di prototipazione, facilitando così l’integrazione del componente in circuiti più ampi senza la necessità di saldature complesse o configurazioni intricate.
    • I cavi jumper sono piccoli cavi usati in elettronica per stabilire connessioni temporanee tra i componenti su una breadboard, tra differenti breadboard, o tra componenti elettronici e dispositivi di input/output. Sono particolarmente utili nel prototipaggio e nel test di circuiti elettronici perché permettono di modificare rapidamente le connessioni senza la necessità di saldature. Esistono cavi jumper Maschio-Maschio (M-M), le estremità del cavo terminano con un connettore maschio, Femmina-Femmina (F-F) che hanno connettori femmina su entrambe le estremità (F-F), Maschio-Femmina (M-F), questi cavi hanno un connettore maschio da un lato e un connettore femmina dall’altro (M-F). I cavi jumper sono disponibili in diversi colori, il che può aiutare a mantenere l’organizzazione dei collegamenti in un progetto elettronico, facilitando l’identificazione dei diversi segnali, alimentazioni e terre. Sono strumenti indispensabili nel kit di chiunque lavori con l’elettronica a livello di hobbistica o professionale, offrendo una soluzione rapida e flessibile per esperimenti e prototipi.

Lo Shield di base

Lo Shield di base è progettato per essere montato sopra una scheda Arduino UNO R3 o R4. È dotato di 16 connettori Grove, che, quando posizionati sopra la scheda Arduino, forniscono funzionalità a vari pin. Per interagire con i componenti utilizza i seguenti pin:

  • 7x pin digitali – D2, D3, D4, D5, D6, D7
  • 4x pin analogici – A0, A1, A2, A3
  • 4x pin I2C
  • 1x pin UART

NOTE

  • IMPORTANTE. Lo Shield di base ha un interruttore per la selezione della tensione di ingresso (3V3 e 5V) che alimenta i moduli, mantenere su 5V per seguire far funzionare correttamente i dispositivi contenuti nel kit.
    I 10 moduli inclusi possono essere collegati allo shield di base, attraverso i pin digitali, analogici e I2C presenti sulla scheda.
  • Cosa sono i pin digitali e analogici. Nel contesto dell’elettronica e in particolare quando si parla di schede come Arduino, i termini “pin digitale”, “analogico” e “I2C” si riferiscono a diversi tipi di connessioni o porte sulla scheda che hanno funzioni specifiche. Ecco una spiegazione più dettagliata di ciascuno:
    • Pin Digitali
      I pin digitali sono utilizzati per leggere o scrivere due stati distinti: HIGH (alto) o LOW (basso), che corrispondono solitamente a tensioni specifiche (per esempio, 5V o 3.3V per HIGH e 0V per LOW). Questi pin sono adatti per controllare LED, leggere lo stato di pulsanti o interruttori, e per comunicazione digitale. Un pin digitale configurato come input può leggere lo stato di un dispositivo esterno (ad esempio, se un pulsante è premuto o meno), mentre un pin configurato come output può inviare un segnale (ad esempio, accendere o spegnere un LED).
    • Pin Analogici
      I pin analogici sono usati per leggere valori che possono variare su un ampio range, non limitandosi solo a due stati come i pin digitali. Questi pin sono tipicamente utilizzati per leggere il segnale da sensori che forniscono una variazione continua nel tempo, come un potenziometro o un sensore di temperatura. Il valore letto da un pin analogico è quindi convertito in un numero digitale tramite un convertitore analogico-digitale (ADC) interno alla scheda, permettendo al microcontrollore di elaborarlo.
    • I2C (Inter-Integrated Circuit)
      I2C è un protocollo di comunicazione seriale che utilizza due linee: SDA (Data) e SCL (Clock). Permette la comunicazione tra un microcontrollore (master) e uno o più dispositivi periferici (slave) utilizzando solo queste due linee, indipendentemente dal numero di dispositivi collegati. Questo lo rende particolarmente adatto per connettere vari sensori, display, e altri moduli a microcontrollori con un numero limitato di pin disponibili. I2C è apprezzato per la sua semplicità e efficienza nel collegare multiple periferiche con un cablaggio minimo.

Ogni tipo di pin ha il suo scopo specifico e la scelta tra di loro dipende dal tipo di segnale che si vuole leggere o trasmettere e dalla natura del progetto elettronico che si sta realizzando.

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Taccuini Intelligenti: Come la tecnologia riporta in vita la scrittura manuale


Dall’analisi dei quaderni dei miei studenti, emerge chiaramente che la cura e l’organizzazione del materiale scritto non sono aspetti da dare per scontati. È sempre più comune osservare allievi che optano per la scrittura in stampatello maiuscolo, mentre la pratica del corsivo sembra progressivamente perdere terreno. Questa tendenza riflette un cambiamento più ampio nel modo in cui i giovani approcciano la scrittura e l’organizzazione delle informazioni.

Nella mia esperienza personale, ho notato che l’uso predominante di dispositivi mobili e software specifici, sebbene estremamente utili sotto molti aspetti, potrebbe non stimolare lo stesso livello di analisi e riflessione profonda che accompagna la scrittura a mano libera. C’è qualcosa di intrinsecamente prezioso nel processo di prendere appunti a mano, che va oltre la semplice registrazione di informazioni. La scrittura manuale costringe a rallentare, a considerare ogni parola con attenzione e, in definitiva, a coinvolgere più profondamente il cervello nell’elaborazione e nella riflessione sul materiale.

In questo contesto, diventa fondamentale riflettere su come possiamo incoraggiare gli studenti a riscoprire il valore della scrittura a mano, in particolare del corsivo. Potrebbe trattarsi di integrare attività che richiedano esplicitamente l’uso della scrittura a mano nelle lezioni o di incoraggiare gli studenti a mantenere quaderni di appunti ben organizzati come strumento per migliorare la loro capacità di apprendimento e analisi.

Credo quindi che la scrittura a mano offra dei benefici concreti per lo sviluppo cognitivo e l’apprendimento. La sfida credo sia il trovare un equilibrio che consenta di sfruttare le migliori tecnologie disponibili senza sacrificare le metodologie tradizionali di apprendimento.

In questo contesto di ricerca di un equilibrio, sono sempre alla ricerche di soluzioni semplici ed efficaci e da qualche tempo sto sperimentando l’uso di Rocketbook Fusion un prodotto, economicamente accessibile, che dimostra essere un esempio concreto di come la scrittura a mano possa convivere con le innovazioni digitali. Questa riflessione non è motivata da intenti promozionali, ma nasce dall’esperienza quotidiana e dal dialogo costante con colleghi insegnanti alla ricerca di soluzioni efficaci per l’istruzione, ovviamente ciò che dico probabilmente non può essere adatta ad ogni singola esigenza, ma certamente merita di essere presa in considerazione.

Ma di cosa si tratta?

Rocketbook Fusion, presente sul mercato da qualche tempo, rappresenta come esposto sopra, un punto d’incontro tra l’analogico e il digitale offrendo un’esperienza di scrittura manuale che conserva la sua essenzialità pur integrandosi con la praticità della digitalizzazione. Le sue pagine cancellabili, abbinate alla penna Frixion di Pilot, forniscono un’esperienza di scrittura fluida, che pur presentando alcune differenze rispetto alla carta tradizionale, mantiene un alto grado di naturalità. La funzionalità di digitalizzazione, agevolata dai codici QR e dalle icone personalizzabili presenti su ogni pagina, facilita un’organizzazione sistematica delle informazioni nel cloud, incoraggiando un approccio riflessivo e metodico all’apprendimento.

Nonostante alcune limitazioni, come la leggera differenza nella sensazione di scrittura rispetto alla carta tradizionale e la necessità di un breve tempo di asciugatura per l’inchiostro, Rocketbook offre una soluzione sostenibile e posso aggiungere innovativa dal punto di vista organizzativo. La sua riutilizzabilità e durabilità lo rendono un investimento a lungo termine per chiunque scriva frequentemente, bilanciando efficacemente il costo iniziale con i benefici derivanti dal suo utilizzo prolungato. Una veloce ricerca online vi permetterà di trovare template grafici sviluppati per diverse esigenze da stampare su carta di recupero.

Attraverso strumenti come Rocketbook è possibile offrire un mezzo per abbracciare metodologie di studio più efficaci e un approccio più riflessivo all’apprendimento, mantenendo vive le competenze fondamentali dell’era pre-digitale.

Attualmente, ho organizzato sul mio Drive personale diverse cartelle, ciascuna dedicata a una specifica tipologia di attività. Analogamente, uno studente potrebbe creare un sistema simile basato sulle diverse materie di studio. Grazie alle icone posizionate in fondo a ogni pagina, con un semplice gesto, posso selezionare l’icona desiderata per trasferire automaticamente il PDF della pagina direttamente nella cartella corrispondente.

Per saperne di più su Rocketbook potete consultare direttamente il sito del produttore.

🙂 Buon lavoro

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I miei corsi per Tecnica della Scuola: CREARE MATERIALI DIDATTICI INNOVATIVI – Come realizzare risorse digitali dinamiche e coinvolgenti

Nel contesto delle direttive DM 65 e DM 66 del 2023, sto organizzando un insieme di iniziative formative dedicate all’inclusione nell’ambito educativo. L’obiettivo è introdurre e approfondire l’utilizzo di strategie didattiche innovative e materiali didattici mirati al rafforzamento delle competenze nel settore STEM, nelle abilità digitali e nell’innovazione, oltre a promuovere l’acquisizione di competenze linguistiche multiple tra studenti e docenti. Questo periodo preliminare di preparazione di attività si sta svolgendo attraverso la collaborazione con gruppi selezionati di studenti e docenti neoassunti, i quali stanno contribuendo in qualità di “beta tester” per le iniziative che verranno implementate nei prossimi mesi.

Ho raccolto queste esperienze e parte di queste le esporrò nel corso condotto per Tecnica della Scuola:

CREARE MATERIALI DIDATTICI INNOVATIVI
Come realizzare risorse digitali dinamiche e coinvolgenti

Vi annuncio fin d’ora che vista l’alta adesione, il corso sarà replicato nel breve e su queste pagine ve ne darò notizia quando disponibile.

Il corso è così articolato:

25 ore articolate in:

  • 15 ore di webinar articolate in 6 incontri webinar di 2 ore e 30 minuti ciascuno
  • 5 ore di approfondimento personale
  • 4 ore di attività con consegna in piattaforma
  • 1 ore di verifica finale

Punti tematici

  • Produzione di contenuti didattici dinamici orientati al web: uso di Google Site ed applicativi web
  • Realizzazione di ebook attraverso Google Presentazioni
  • Usare Canva nella didattica
    produrre: Infografiche, Mappe mentali, Copertine per ebook, libri cartacei e riviste, Calendari, Poster, Layout per documenti, Volantini, Contenuti per social network.
  • Integrazione di Canva con i principali sistemi di gestione dell’apprendimento
  • Realizzare ausili didattici che sfruttano la tecnica dell’escape room virtuale (Google Form, Google Site e Genially)
  • Montaggio video – software e tecniche rapide per gestire la produzione di video didattici mediante software gratuiti
  • Produzione di documentazione scientifica integrando IoT (analisi dati provenienti da sensori) e applicativi Google
  • Strategie di ricerca web delle informazioni per la produzione di documenti didattici.

e molto altro.

Per saperne di più seguire il LINK sul sito Tecnica della Scuola.

Vi aspetto a lezione 🙂

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BBC microbit – Pixel per Pixel – uso dell’Istruzione plot

Nel corso delle nostre avventure creative durante il corso “Carta, Cartone e Coding”, abbiamo esplorato attività in cui la creatività e l’arte incontra la tecnologia, trasformando idee astratte in realtà tangibili. Uno degli strumenti che abbiamo utilizzato per dare vita alle nostre creazioni è il BBC micro:bit.

Tra le numerose domande che mi avete inviato via mail alcune fanno riferimento all’uso dell’istruzione “plot”. Capisco che, per chi si avvicina per la prima volta a questi concetti, ci possano essere alcuni dubbi su come funzioni esattamente e su come possa essere applicata in modo efficace nelle nostre attività didattiche e in questo breve post voglio fornirvi una possibile soluzione che sfrutto molto spesso per mostrare il comportamento di istruzioni for nidificate.

L’istruzione “plot” è estremamente utile quando lavoriamo con il display LED del micro:bit, che come sapete è costituito da una matrice composto da 25 LED disposti in una griglia 5×5. L’istruzione plot ci permette di accendere un singolo LED sulla griglia, specificando le sue coordinate (x, y).

Come funziona?

  • x rappresenta la posizione orizzontale del LED, partendo da 0 (il lato più a sinistra) fino a 4 (il lato più a destra).
  • y indica la posizione verticale, anch’essa partendo da 0 (in alto) fino a 4 (in basso).

Utilizzando “plot(x, y)”, possiamo quindi selezionare esattamente quale LED accendere, permettendoci di creare disegni, lettere, numeri o qualsiasi altro tipo di segnale visivo che possiamo immaginare.

Vediamo alcuni semplici esempi.

Esempio 01

Accensione sequenziale di tutti i LED sul display del micro:bit dall’alto verso il basso, un colonna alla volta partendo dall’angolo in alto a sinistra del display.

Link al programma.

Esempio 02

Movimento di una pallina sul display. Accensione sequenziale dei LED sul display del micro:bit dall’alto verso il basso, un colonna alla volta partendo dall’angolo in alto a sinistra del display. Il ciclo si ripete all’infinito.

Link al programma.

Esempio 03

Accensione sequenziale di tutti i LED sul display del micro:bit dall’alto verso il basso, un colonna alla volta partendo dall’angolo in alto a sinistra del display, con cancellazione finale del display e ripartenza sequenza.

Link al programma.

Per tutti gli esercizi invertendo nei cicli for le variabili “x” e “y” si avrà un movimento da destra verso sinistra.

Buon Coding a tutti 🙂

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Diciamo addio alla Procrastinazione con StudySafe

In un mondo dove lo smartphone è diventato un’estensione della nostra mano, la procrastinazione e la distrazione sono diventate nemici giurati della produttività, soprattutto per gli studenti. Quante volte vi siete ritrovati a controllare il telefono per “solo un minuto”, per poi accorgervi che un’ora è volata via?

La tecnologia, e in particolare l’uso di dispositivi come smartphone e computer, viene spesso identificata come una delle principali cause di distrazione e difficoltà di concentrazione tra i giovani. Se da un lato la tecnologia è un mezzo che non può essere completamente ignorato, essendo parte integrante della nostra realtà sociale, dall’altro è fondamentale imparare a utilizzarla in modo che non diventi un ostacolo alle capacità di apprendimento e concentrazione. È importante trovare un equilibrio nell’uso di questi strumenti, adottando strategie come limitare il tempo di connessione e dare priorità ad attività sociali e culturali che non coinvolgano l’uso di dispositivi digitali.

Come trasformare tutto ciò in un’attività didattica?
Ho pensato ad un’attività multidisciplinare che spazia dall’educazione civica al Coding.

Immaginiamo se potessimo trasformare una sfida di programmazione in uno strumento per migliorare la concentrazione.

Chiamerò questa attività: “addio alla Procrastinazione”

L’idea è quella di fare realizzare e perfezionare uno strumento/gioco, lo StudySafe, un dispositivo realizzato con BBC micro:bit e del cartone.

Come funziona

StudySafe è un sistema anti-procrastinazione che utilizza il semplice, ma efficace meccanismo del BBC micro:bit per la rilevazione della luce. Quando viene poggiatolo smartphone sulla struttura di cartone, il micro:bit monitora qualsiasi tentativo di prendere lo smartphone. Se lo smartphone viene preso, il micro:bit rileva la variazione di luce, attiva un allarme, ricordando di riporre nuovamente lo smartphone su StudySafe. Il sistema inoltre conta il numero di volte in cui lo smartphone è stato preso dallo studente.

L’attività non solo fornisce una soluzione pratica alla procrastinazione, ma utilizza il Coding in modo divertente e utile permettendo il controllo sulla distrazione, o almeno ci proviamo 🙂

Di seguito le immagini di StudySafe ed un video che ne dettaglia il funzionamento, ovviamente il sistema può essere migliorato.

Nella versione avanzata è possibile attivare e disattivare temporaneamente l’allarme con la pressione del pulsante B, mentre la pressione del pulsante A consente di riavviare il sistema.

Per quanto riguarda la modalità di realizzazione e programmazione vi rimando al corso Carta Cartone e Coding 2′ edizione o ad uno dei miei prossimi corsi online ovunque sul web. Mentre per i colleghi neoassunti che seguiranno i miei corsi in presenza StudySafe sarà un’attività pratica che farò realizzare.

Buon Coding a tutti.

🙂

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